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Gli integratori di Vitamina D sono più Efficaci del Sole per aumentare i livelli di Vit.D nel sangue

12/22/2017

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​Un recente studio pubblicato dal Journal of Maternal, Fetal and Neonatal Medicine ha scoperto che l'integrazione giornaliera di vitamina D era più efficace dell'esposizione giornaliera al sole nell'aumentare i livelli di vitamina D delle donne in gravidanza.

Un totale di 87 donne in gravidanza con livelli di vitamina D inferiori a 30 ng / ml sono stati inclusi in questo studio clinico della durata di 10 settimane.

Circa la metà delle donne ricevevano quotidianamente 4.000 UI di vitamina D3.

Le altre 44 donne sono state raccomandate 30 minuti di esposizione solare giornaliera tra le ore 10:00 e 16:00.

A queste donne è stato raccomandato di esporre almeno il 30% della loro pelle senza l'uso di creme solari.

Tutte le donne avevano una gravidanza tra le 14 e le 18 settimane, avevano tipi di pelle di tipo 2 o 3 e lavoravano al chiuso.

Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori:

Al basale, i livelli di vitamina D non erano significativamente differenti tra i due gruppi.

I livelli di vitamina D erano significativamente aumentati in entrambi i gruppi e dopo 10 settimane, il gruppo di integrazione aveva livelli di vitamina D significativamente più elevati rispetto al gruppo di esposizione al sole che sono aumentati mediamente di 31,27 ng / ml contro i 19,79 ng del gruppo "sole", mentre il gruppo "integrazione" è arrivato a 78 nmol / l nel sangue contro ai 49,5 nmol / l del gruppo "sole".

I ricercatori hanno concluso:

"Abbiamo scoperto che l'integrazione di vitamina D è più efficace dell'esposizione al sole nell'aumentare della 25-idrossivitamina D3 (la forma di vitamina D attiva nel sangue) in donne in gravidanza con carenza di vitamina D."

Un prodotto a base di Vitamina D3 può essere "Savana D3 Raw"


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Fonte:
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Hajhashemi, M. et al. Comparison of sun exposure versus vitamin D supplementation for pregnant women with vitamin D deficiency. Journal of Maternal, Fetal and Neonatal Medicine, 2017.

Guida Completa: Quanta Vitamina D è necessaria per Arrivare ai Livelli Ottimali? E' vero che fa venire Ipercalcemia?



Lo sai che l' olio di girasole contenuto in alcuni prodotti è fortemente infiammatorio e può dare problemi intestinali?

Savana D3 invece è l' unica Vitamina D immersa in olio extravergine di oliva Biologico--->QUI

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Vitamina D tossica? In due ore di Sole ne produci quasi la Metà della dose Medica mensile. E non succede Nulla.

9/9/2017

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Perchè la presunta pericolosità di questa sostanza è un puro Film fantasy. Tipo il Trono di Spade. 

Tutti i dati che distruggono le leggende (medico-mediovali) su questa vitamina straordinaria. 

E basta una banale applicazione del vostro smartphone per scoprire gli altarini dei medici...


​Ogni volta è la stessa storia. 

Vai dal medico per chiedere di prescriverti la Vitamina D e la risposta è quasi sempre la stessa: “Attenzione che è tossica”. 

Questo sempre che te la prescriva e non si opponga con farneticazioni assortite sull’ inutilità della vitamina del sole e che “bastano 20 minuti con le braccia scoperte”. 

Questo succede purtroppo nel 90% dei casi. 

E se il medico non si oppone c’è sempre qualche ottimo farmacista ("difesa a due", tipo nel calcio), che dopo aver dato senza fiatare cortisone, antibiotici  e chemioterapici al cliente precedente, inizia il pippone sulla pericolosità della vitamina D paragonabile ad un misto tra antrace, ebola, vaiolo, zanzara malarica e peste bubbonica del 1630. 

Tralasciamo, per ora, il fatto che trovare nel mondo un' intossicazione dovuta a questa vitamina è più rara di una vittoria in Champions della Juventus.

Per dimostrarlo (qualora ce ne fosse bisogno) basta utilizzare una semplice applicazione gratuita per smartphone chiamata DMINDER, capace di calcolare le unità internazionali di vitamina D assorbite, calcolando il posto dove vi trovate, come siete vestiti, ecc.

Adesso tenete in mente che la maggioranza dei vostri medici vi avrà prescritto (sempre che lo abbia fatto) una dose media di 25.000 UI al mese. 

Quando va bene. 

Perchè, ricordiamolo sempre, la Vitamina D per i medici e farmacisti è una delle sostanze più pericolose delle terra dopo l’ uranio arricchito della Corea del Nord. 

Ad agosto sono andato in piscina a Roma (calcolando cosi l’ intensità del sole a seconda della latitudine) e ho impostato DMINDER con il 70% di pelle esposta (costume lungo alle ginocchia), mi sono sdraiato sul lettino e ho fatto partire il timer. 

Questo è stato il risultato: 
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​Quindi in circa due ore la pelle ha assorbito 9477 Unità Internazioni di Vitamina D, perchè in quella zona e a quell’ora il sole fa produrre circa 78 UI al minuto con un pelle bianca come la mia.

In pratica si possono raggiungere 10.000 UI, cioè la dose che tutti gli studi internazionali consigliano per avere una buona salute e per combattere le malattie autoimmuni, tumori, ecc. in sole (è proprio il caso di dirlo...) due ore e 15 minuti di normalissima esposizione solare. 

Che ovviamente il 90% medici della mutua alla Alberto Sordi ti sconsigliano di fare "perchè fanno venire i tumori alla pelle e invecchiano". 

Adesso, poniamo il caso che uno prenda normalissime (e mi tengo basso) 4 ore di sole al giorno, raggiungerà 18.720 UI al giorno. 
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Se il giorno stesso mi allungo di un altra ora e mezza prendo altri 7020 UI e ovviamente stessa cosa se lo faccio anche il giorno dopo. 

Insomma in un giorno, massimo un giorno e mezzo, la pelle produce tramite i raggi solari 25.740 UI, cioè più della dose “giusta” mensile del vostro medico che serve a evitare gli agghiaccianti “effetti collaterali” della vitamina D. 

Ora, qualcuno dovrebbe spiegarmi come facciamo a non morire tutti a fine agosto, dopo magari un’ estate passata a prendere il sole, quando il livello delle unità internazionali prodotte dalla nostra pelle saranno a livello di MILIONI. 

Ed è inspiegabile come non si siano ancora estinti i poveri africani tutto il giorno nudi al sole, con un livello medio di vitamina D nel sangue di 110 ng/ml rispetto al 15/20 degli occidentali. 

Si si, lo so la favoletta che vi raccontano alcuni medici del catasto: “Ma con il sole è diverso, la vitamina D assunta oralmente deve passare per il fegato e qui si rischia l’ accumulo”

Si vede che negli uffici del catasto, dove credono di lavorare, non gli spiegano (assieme a tante altre cose) la fisiologia della vitamina D.

Come si può vedere da questa immagine, anche la vitamina D passa per fegato (per poi confluire anche ai reni), proveniente dai precursori della Vitamina D che sono nella nostra pelle, quindi anche questa scusa è veramente assurda. 
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​Ma non paghi, alcuni medici sparano l’ ultimo, apocalittico, anatema.

La vitamina D provoca calcoli renali.

Alcuni medici medioevali si basano sull' assunto che la vitamina D è coinvolta con l'assorbimento del calcio, quindi tale minerale può aumentare il rischio di calcoli renali.

In effetti, sembra suonare bene. 

Ma non è cosi. Anzi. 

Due recenti studi hanno trovato esattamente l'opposto; cioè più basso è il 25 (OH) D (cioè la forma di vitamina D presente nel sangue), maggiore è il rischio di calcoli renali.(1-2) 

Nel gennaio del 2016, il Dr. Ticinesi e coll. hanno studiato 884 soggetti con calcoli renali e 967 controlli.

Essi hanno scoperto che la prevalenza di carenza di vitamina D (<20 ng / ml) è stata del 56% nei soggetti con calcoli renali e nel 44% nei controlli (P <.001), con una media di vitamina D di 18 ng / mL rispetto a 23 ng / mL dei controlli senza calcoli. 

In pratica, i soggetti con carenza di vitamina D avevano più di due volte la probabilità di sviluppare un calcolo renale.

Nel mese di aprile del 2016, il Dr. Girón-Prieto e colleghi hanno fatto un studio su 366 soggetti, 239 dei quali avevano una storia di calcoli renali.

Anche questo gruppo di studio ha scoperto che le persone con bassi livelli di D 25 (OH) hanno più probabilità di sviluppare calcoli renali.

Una rara possibilità che possa accadere riguarda solo i soggetti che hanno una carenza di vitamina K2, una sostanza che attiva il MGP, una proteina che aiuta il calcio a dirigersi ai luoghi desiderabili (osso) e tenerlo invece lontano dai luoghi indesiderati (arterie).

In pratica la temuta ipercalcemia da vitamina D diminuirebbe se nel contempo si combinasse una supplementazione di vitamina K2 e quindi l' effetto sinergico delle due sostanze sulla salute sarebbe amplificato in maniera ottimale.
​
Quindi, se venisse consigliato, l’ abbinamento alte dosi di vitamina D + Vitamina K2 sarebbe assolutamente sicuro. 

Ma ovviamente, non è cosi perchè il tuo medico, al 90%, non sa nulla di tutto questo perchè non si aggiorna. Forse gioca a calcetto con il farmacista.... 

E quindi, anche la storia della vitamina D che causerebbe calcoli renali non ha nessun fondamento, semplicemente perchè non è cosi. 

Anzi l' opposto.

Insomma vi ho dimostrato, dati e prove alla mano, che la vitamina D è una molecola assolutamente sicura, tant’è è vero che non sapete nemmeno di produrla in maniera industriale specialmente in estate e non vi succede assolutamente nulla. 

E d' inverno? Ovviamente tappati in casa e negli uffici, con vestiti che impediscono i raggi solari di colpire la vostra pelle, la vostra Vitamina D a novembre-dicembre sarà già finita. E la dose medico-medioevale sarà totalmente inutile. 

Dite quindi al vostro dottore che 25.000 UI di vitamina D ve la siete presa a Positano giocando  a racchettoni in spiaggia in un pomeriggio e siete ancora vivo. 

Alla faccia sua.  
Claudio Tozzi

 
Bibliografia:

(1) Girón-Prieto MS, et al. Analysis of vitamin D deficiency in calcium stone-forming patients. Int Urol Nephrol. 2016 Apr 19. [Epub ahead of print]
​

(2) 
Ticinesi A, et al. Idiopathic Calcium Nephrolithiasis and Hypovitaminosis D: A Case-control Study. Urology. 2016 Jan;87:40-5.

L' unica Vitamina D in Olio Extra Vergine di Oliva Biologico italiano---->QUI

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Quanta Vitamina D è necessaria per Arrivare ai Livelli Ottimali? E' vero che fa venire Ipercalcemia?

5/27/2017

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C'è una confusione totale sulle quantità da assumere, perchè 
i medici consigliano,mediamente, dosi inutilmente basse per paura di una tossicità che non è mai esistita.

Il Ministero della Salute invece ha recentemente portato da 1000 a 2000 UI la dose massima giornaliera da assumere. 

Un nuovo studio svela in maniera ben precisa che le dosi di vitamina D da prendere sono invece....

​                                                Di Claudio Tozzi



Nel paleolitico abbiamo vissuto per milioni di anni nella savana africana, dove stavamo tutto il giorno al sole, nudi, in un territorio con pochi alberi.

Questo ha fatto cosi che la produzione di questa preziosa sostanza, la Vitamina D, attraverso la nostra pelle, era ogni giorno talmente elevata che l' evoluzione ha dovuto schermarla con la pelle molto scura.

Per questo motivo, quasi ogni cellula del corpo contiene un recettore della vitamina D.

Tuttavia circa 100.000 anni fa siamo usciti dall' Africa e siamo andati in posti (specialmente a nord del mondo) dove invece era molto freddo, costringendosi a coprirci con delle pelli animali e riparandoci anche all' interno delle grotte, ma cosi schermavamo i raggi solari e conseguentemente la relativa produzione di vitamina D. 


Senza contare che ci siamo stabiliti anche in posti, come l' attuale Scandinavia, dove il sole non c'è quasi per nulla. 
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Attualmente la maggioranza dei medici non fa proprio effettuare il dosaggio della vitamina D ai loro pazienti e quando le rare volte che lo fa, consiglia normalmente 25.000 UI ogni 15 giorni, o peggio, al mese. 

In realtà sono dosaggi praticamente inutili, tanto è vero che proprio recentemente anche il Ministero della Salute italiano ha aumentato da 1000 a 2000 UI giornaliere di vitamina D3 che si possono prendere come integratore. 

Del resto già dal 2011, la "Endocrine Society" americana ha rivisto le linee guida internazionali, con le dosi di Vitamina D che arrivano anche a 10.000 UI al giorno senza che possano provocare alcuna tossicità.

Il documento, completamente tradotto in italiano, è visionabile in toto nella sezione File del mio gruppo Facebook "Paleoitalia" --->QUI
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Dopo tutte queste raccomandazioni in conflitto, è ovvio che la gente possa andare in totale confusione.

Ma allora qual è la verità? Di quanta vitamina D necessita i nostro organismo? A che livello la vitamina D è veramente troppa o tossica?

​Ebbene, alcuni ricercatori hanno condotto uno studio, (pubblicato sul "Journal Dermato-Endocrinology Volume 9, 2017")  alla ricerca di queste risposte.

Hanno incluso nello studio un totale di 3.882 partecipanti, con l'età media di 60 anni. Meno dell'1% dei partecipanti sono stati considerati sottopeso, il 35,5% aveva un BMI normale, il 37,0% era in sovrappeso e il 27,5% era obeso.

IL Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC)  è un parametro molto utilizzato per ottenere una valutazione generale del proprio peso corporeo.

Esso mette in relazione con una semplice formula matematica l'altezza con il peso del soggetto.
Si ottiene dividendo il peso in Kg del soggetto con il quadrato dell'altezza espressa in metri.

Il risultato di tale formula classifica il soggetto in un'area di peso che può essere: normale - sottopeso - sovrappeso - obesità di medio grado - obesità di alto.

Situazione peso                                      Min         Max

Obesità di III classe (gravissima)          ≥ 40,00
Obesità di II classe (grave)                     35,00      39,99
Obesità di I classe (moderata)                30,0        34,99
Sovrappeso                                            25,0       29,99
Regolare                                                18,50      24,99
Leggermente sottopeso                          17,50     18,49
Visibilmente sottopeso (anoressia moderata)16   17,49
Grave magrezza (inedia)                           <16




All'inizio dello studio, il 55% dei partecipanti ha riportato di aver preso vitamina D.

La dose media di vitamina D è aumentata da 2.106 UI al giorno all'inizio dello studio a 6.767 UI ogni giorno circa un anno dopo.

I livelli medi di vitamina D sono aumentati da 34,8 ng / ml a 50,4 ng / ml durante questo periodo.

I ricercatori hanno voluto determinare il dosaggio necessario per raggiungere livelli sani della vitamina D, definito da livelli di 40 ng / ml o superiori. 

Volevano anche determinare l'incidenza di effetti collaterali, compresa l'ipercalcemia, cioè la presunta causa della mancata prescrizione della vitamina D da parte del 90% dei medici mondiali.

Ecco cosa hanno trovato i ricercatori:

1) I cambiamenti nei livelli di vitamina D sono stati influenzati da dosaggi di vitamina D, indice di massa corporea (BMI) e i livelli di vitamina D all'inizio dello studio.

2) I partecipanti che avevano una carenza di vitamina D (<20 ng / ml) al basale hanno sperimentato un aumento più elevato di livelli di vitamina D rispetto a quelli con livelli insufficienti o sufficienti di vitamina D al basale.

3) ​I partecipanti senza deficit di vitamina D al basale hanno sperimentato una risposta insensibile alla stessa dose di vitamina D rispetto a quelli con deficit di vitamina D.

4) La risposta all'integrazione della vitamina D era minore con l'aumento del BMI. In altre parole, gli individui obesi hanno richiesto la massima integrazione per ottenere livelli sufficienti; invece quelli con peso normale o sottopeso richiedono un integrazione minima  per ottenere livelli sufficienti.

5) Per i soggetti con un BMI normale era necessario l' apporto di almeno 6000 UI al giorno di vitamina D3  per raggiungere uno status di vitamina D superiore a 40 ng / ml.

6) I partecipanti in sovrappeso hanno richiesto l'assunzione di vitamina D3 di almeno 7.000 UI al giorno per ottenere uno status di vitamina D superiore a 40 ng / ml.

7) I partecipanti obesi hanno richiesto l'assunzione di vitamina D3 di almeno 8.000 UI al giorno per raggiungere uno status di vitamina D superiore a 40 ng / ml.

8) ll livello di calcio medio non è cambiato dall'inizio fino alla fine dello studio.

9) Un sottogruppo di partecipanti (285) non ha sperimentato un aumento significativo dello status della vitamina D, nonostante la segnalazione ha preso notevoli assunzioni di vitamina D (> 4000 UI al giorno).

I ricercatori hanno determinato che questo era probabilmente da attribuire a malassorbimento intestinale, ma senza dubbio la non-compliance (cioè i soggetti non hanno assunto la vitamina D3) ha anche svolto un ruolo. (Ad esempio, il tasso di non-compliance con i farmaci antipertensivi è di circa il 30%.)

10) Venti nuovi casi di ipercalcemia si sono verificati tra l'inizio e la fine dello studio. Quelli con livelli di vitamina D inferiori a 40 ng / ml avevano maggiori probabilità di verificarsi l'ipercalcemia rispetto a quelli con livelli di vitamina D di 40 ng / ml o superiore.

Cioè esattamente il contrario di quello che pensa il 90% dei medici al mondo, cioè eccessivi livelli di vitamina D aumenterebbe la calcemia, provocando così danni alle arterie, producendo calcoli renali, ecc. 


Infatti, i ricercatori hanno scoperto che l'incidenza dell'ipercalciuria è in realtà diminuita dopo l'integrazione di vitamina D, a partire da un totale di 67 casi ipercalciurici, ma al follow-up (cioè una serie di controlli periodici programmati) il 67% non era più ipercalciurico.

Inoltre, è importante sottolineare che nessuno dei partecipanti ha sviluppato alcuna prova di tossicità clinica di vitamina D, composta da ipercalcemia e 25 (OH) D> 200 ng / ml, stanchezza, anoressia, dolore addominale, minzione frequente, irritabilità, eccessiva sete, nausea e talvolta vomito.

La tossicità biochimica della vitamina D consisterebbe in valore superiore a 200 ng / ml, ipercalcemia e un livello di PTH (paratormone) soppresso senza sintomi clinici, ma a nessuno dei partecipanti è accaduta una cosa del genere. 

Poiché la maggior parte dei laboratori identificano la gamma normale di 25 (OH) D a 30-100 ng / ml, alcuni medici credono che 25 (OH) D superiore a 100 ng / ml sia tossicità.

​Non lo è, ovviamente, infatti di solito è solo ipervitaminosi D che comunque nel 99% dei casi non porta a nessuna conseguenza..


I ricercatori hanno concluso:

"Dosi di vitamina D superiore a 6.000 UI / d sono state necessarie per ottenere concentrazioni di 25 (OH) D di siero superiore a 100 nmol / L [40 ng / ml], soprattutto in individui che erano in sovrappeso o obesi, senza alcuna prova di tossicità".

Una cosa che gli autori non hanno menzionato è il ruolo che la genetica può svolgere in questo.

Ad esempio, il gene che codifica per la 25-idrossilasi ha una variazione geneticamente determinata nella sua trascrizione e alcune persone hanno più 25-idrossilasi rispetto ad altri e pertanto otterranno livelli di 25 (OH) D maggiori rispetto ad altri.

Tenendo conto di questi risultati, prendendo in considerazione la genetica, l'unico modo per essere sicuri di avere più di 40 ng / ml di vitamina D nel sangue è quello di effettuare un semplice un test di 25 (OH) D in qualsiasi laboratorio d' analisi. 

In realtà in caso di malattie autoimmunitarie, tumori, ecc, oppure si pratichino attività sportive di medio-alto impegno, il livello consigliato è 75-80 ng / ml e in questo caso si consiglia di assumere 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mg di Vitamina K2-MK7 che svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo della D3 e elimina l' eventuale calcificazione nelle arterie. 

Il rapporto deve 1000 UI di vitamina D insieme a 100 mcg di vitamina K2-MK7 (no MK4, MK9).



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Quindi, ricapitolando, il protocollo da seguire è questo: 

1) Fare le analisi del sangue (Vitamina D - 25 OH) 

2) Se il risultato è almeno 40 ng / ml e NON in presenza di malattie autoimmuni,tumori e attività sportive, prendere comunque più sole possibile in estate e almeno 2000 UI al giorno in inverno, senza protezione (non farebbe produrre vitamina D). 

3) Tuttavia, nel 90% dei casi il risultato sarà sempre sotto 40 ng / ml, quindi in questo caso 
assumere 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mg di Vitamina K2-MK7 

Per esempio 40 gocce di "Savana D3 Raw" al giorno (oppure in 5 Capsule soft-gels) + 6 mini-compresse (2 a colazione-2 a pranzo-2 a cena) di "Primal K2 1000".

In generale evitate gli integratori di Vitamina D a base di olio di girasole, che sono molto economici, ma quest' olio danneggia l' intestino creando la cosidetta "permeabilità intestinale", che scatena praticamente tutte le malattie autoimmuni.
 

In pratica uno prende la vitamina D per curarsi e dentro il prodotto c'è qualcosa che in realtà peggiora la situazione; quindi scegliete quelli a base di olio d' oliva, possibilmente extravergine biologico e non ci saranno problemi. 

Anche per quanto la Vitamina K2-MK7 NON deve essere derivata dal "Natto" di soia (come il 90% dei prodotti in commercio), ma da altre fonti vegetali. Evitate anche le forme MK4 e MK9. 


4) Dopo due mesi ripetere l' analisi; se il valore ha raggiunto il valore di almeno 40 ng / ml, fare una dose di mantenimento di 7000-8000 UI al giorno e prendere comunque più sole possibile d' inverno, senza protezione.

5) In presenza di malattie autoimmuni,tumori, ecc oppure si pratichino attività attività sportive a medio-alto livello, nel sangue il valore da raggiungere è di almeno 75-80 ng / ml. 

Il dosaggio in questo caso sarà sempre lo stesso, cioè 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mg di Vitamina K2-MK7, cioè  40 gocce di "Savana D3 Raw" al giorno (oppure in 5 Capsule soft-gels) + 6 mini-compresse (2 a colazione-2 a pranzo-2 a cena) di "Primal K2 1000".

6) Dopo due mesi ripetere l' analisi; se il valore ha raggiunto il valore di almeno 75-80 ng / ml, fare una dose di mantenimento di 7000-8000 UI al giorno e prendere comunque più sole possibile d' inverno, senza protezione.


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​Se invece questi valori non sono stati raggiunti, continuare per un altro mese il dosaggio di 10.000 UI al giorno di Vitamina D3 insieme a 1000 mg di Vitamina K2-MK7 

Ripetere ancora l' analisi del sangue e se il valore raggiunto è quello auspicato cioè 
 75-80 ng / ml, abbassate solo leggermente la dose, tipo 8000 UI di vitamina D + 800 mcg di Vitamina K2 e prendere comunque più sole possibile d' inverno, senza protezione.

Se non fosse cosi, continuate con la dose classica 10.000 D-1000 K2 per un alto mese. 

Non vi preoccupate se per caso superate i 100 o anche i 200 ng / ml; come avete letto sopra non è assolutamente tossica in nessun modo. Per esempio un nero africano ha mediamente 110 ng / ml di Vitamina D nel sangue per tutta la vita. 

Successivamente ripetere ogni 2/3 mesi le analisi per controllare che i livelli siano stabili a 40 ng / ml oppure a 75-80 ng / ml. Dopo qualche mese sarete in grado di comprendere qual'è il vostro grado di assorbimento e mantenimento del livello di vitamina D. 

In definitiva oramai oltre 71.000 studi comprovano l' efficacia della Vitamina D per la nostra salute e per l' aumento della prestazione sportiva, a patto che sia presa ad "alte" dosi per essere veramente efficace. 

Non farti terrorizzare dalla medici, oramai imprigionati per sempre in inutili protocolli burocratici; la vitamina D salverà la tua vita e quella dei tuoi figli. 



​
Bibliografia

-Kimball, S. Mirhosseini, N. & Holick, M. Evaluation of vitamin D3 intakes up to 15,000 international units/day and serum 25-hydroxyvitamin D concentrations up to 300 nmol/L on calcium metabolism in a community setting. Dermato-Endocrinology, 2017

- Evaluation, Treatment, and Prevention of Vitamin D Deficiency: an Endocrine Society Clinical Practice Guideline. Michael F. Holick  Neil C. Binkley  Heike A. Bischoff-Ferrari  Catherine M. Gordon David A. Hanley  Robert P. Heaney  M. Hassan Murad  Connie M. Weaver. J Clin Endocrinol Metab (2011) 96 (7): 1911-1930. DOI: https://doi.org/10.1210/jc.2011-0385. Published: 01 July 2011JournalDermato-Endocrinology Volume 9, 2017 - Issue 1

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Perchè assieme alla Vitamina D bisogna integrare la Vitamina K2?

1/5/2017

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Ricevo molte domande e tra le più frequenti sono quelle che mi chiedono perchè bisogna per forza assumere la Vitamina K insieme alla vitamina D. 

In questo articolo presento diversi studi che confrontano le due vitamine, sia assieme che isolate ed esce fuori che...


Cos'è la vitamina K?


La vitamina K è rappresentata da una famiglia di composti con una struttura chimica comune e includono la vitamina K1 (fillochinone) e molteplici forme di vitamina K2 (menoquinoni / MK), che sono tutti liposolubili.

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La vitamina K principalmente funziona come un coenzima, (cioè una proteina che accelera una reazione) per la sintesi delle proteine ​​coinvolte nella coagulazione del sangue e metabolismo osseo.

La protrombina,
nota anche come fattore II, interviene nel processo di riparazione dei danni ai vasi sanguigni ed è una proteina vitamina K-dipendente di vitale importanza per la coagulazione del sangue.

Questo spiega perché i pazienti che assumono anticoagulanti, come il warfarin (Coumadin in Italia), devono evitare la supplementazione di vitamina K.

Anche l'osteocalcina è anche una proteina dipendente dalla vitamina K, e svolge un ruolo nella formazione delle ossa e la mineralizzazione.

Per molti anni si è saputo molto poco circa la funzione della vitamina K nelle ossa, ma negli ultimi anni i ricercatori hanno scoperto che sempre più informazioni sulla
MGP,  ​cioè la matrice GLA proteica, un'altra proteina sempre dipendente dalla vitamina K e presente nelle pareti dei vasi sanguigni, ossa e cartilagine.

I ricercatori hanno scoperto, in diverse importanti ricerche, che la MGP può contribuire a ridurre l' aterosclerosi, cioè la calcificazione delle arterie che può portare ad ictus ed infarto. 

Relazione tra la vitamina D e vitamina K

Tradizionalmente, la vitamina D è nota per il suo ruolo nella salute delle ossa, permettendo una corretta mineralizzazione dello scheletro, tuttavia, negli ultimi dieci anni, i ricercatori hanno scoperto che il mantenimento di livelli di vitamina D sani fornisce anche una miriade di benefici per la salute umana, che vanno dalla riduzione di un rischio di cancro, al trattamento della sclerosi multipla.

Questi effetti straordinari sono da attribuire principalmente alla proprietà anti-infiammatorie e anti-microbiche della vitamina D. 

Secondo alcuni alte dosi di vitamina D possono rappresentare un rischio per la salute, ma in realtà se le dosi sono di circa 10.000 UI al giorno sono, nelle maggior parte dei casi, sicure. 

La paura, generalmente infondata, è che si possano alzare troppo i livelli di calcio, cioè elevare la cosidetta ipercalcemia. 

Secondo gli ultimi studi, per massimizzare i benefici della supplementazione di vitamina D e ridurre al minimo il potenziale (teorico) rischio di tossicità, alcuni esperti ritengono fondamente l' intervento della supplementazione della vitamina K in contemporanea con la D. 
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Come accennato in precedenza, la vitamina K attiva il MGP, una proteina che aiuta il calcio a dirigersi ai luoghi desiderabili (osso) e tenerlo invece lontano dai luoghi indesiderati (arterie).

In pratica la temuta ipercalcemia da vitamina D diminuirebbe se nel contempo di combina una supplementazione di vitamina K,quindi l' effetto sinergico delle due sostanze sulla salute sarebbe cosi amplificato di molto.

Ipertensione

Per esempio,  uno studio longitudinale pubblicato nel settembre 2016 ha valutato i livelli di vitamina D e livelli di matrice GLA-proteica (MPG) di 257 uomini e donne di età compresa tra 55-65 che non avevano malattie cardiovascolari e ipertensione.

I livelli di MGP non carbossilati indicano la mancanza di vitamina K, perché il MGP è carbossilato proprio dalla dalla vitamina K, quindi  un elevato livello di MGP non carbossilato è indice di un basso livello di vitamina K.

I ricercatori hanno seguito la salute dei partecipanti per sei anni e d
urante questo periodo, circa la metà della dei soggetti ha sviluppato ipertensione.

I ricercatori hanno determinato che bassi livelli di vitamina D e alti livelli di MGP  non carbossilati sono stati associati ad un aumentato rischio di sviluppare ipertensione.

Il rischio di sviluppare ipertensione era molto più diffusa nei soggetti che avevano sia elevati livelli di MGP non carbossilato e sia bassi livelli di vitamina D, rispetto al rischio dei soggetti che avevano solo i livelli bassi di vitamina D o i soggetti che avevano solo alti livelli di MGP non carbossilato.

Quindi essenzialmente, se si prende la Vitamina D insieme alla K il rischio di avere la pressione alta è molto basso, rispetto alla sola assunzione singola delle due sostanza. 

Fratture dell'anca

Dal momento che sia la vitamina D e vitamina K svolge un ruolo nella mineralizzazione delle ossa, i ricercatori hanno condotto uno studio per vedere se i livelli bassi di vitamina K1 e vitamina D erano associati ad un aumento del rischio di frattura dell'anca tra la popolazione anziana a Oslo, Norvegia. 

I ricercatori hanno confrontato i livelli di vitamina D di 111 pazienti con frattura dell'anca e 73 partecipanti sani.

Lo studio ha concluso che sia bassi livelli di vitamina K1 e che bassi livelli vitamina D sono associati, sia in modo indipendente che sinergico, ad un aumentato rischio di fratture dell'anca.

Aterosclerosi

Nel 2015, i ricercatori hanno condotto un studio con 42 pazienti non in dialisi con malattie cardiovascolari.

Ventinove pazienti sono stati assegnati in modo casuale ad una supplementazione di una dose giornaliera per via orale di 90 mg di vitamina K2, più di 400 UI di vitamina D al giorno per circa 270 giorni.  Ai restanti tredici pazienti hanno fatto invece assumere solo i 400 UI di vitamina D.

I ricercatori hanno scoperto che la supplementazione di vitamina K2 in associazione alla vitamina D ha ridotto la progressione dell'aterosclerosi nei pazienti con malattia renale cronica (CKD) più significativamente rispetto alla sola integrazione con vitamina D.

Sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) e lo stress ossidativo

Lo stress ossidativo deriva da uno squilibrio di radicali liberi e antiossidanti.

I radicali liberi infliggono danni al DNA, mentre gli antiossidanti proteggono contro i radicali liberi. Si pensa che lo stress ossidativo possa essere coinvolto nello sviluppo di varie malattie e condizioni, come il cancro, il morbo di Alzheimer, l'aterosclerosi, l'autismo e stanchezza cronica.

Uno studio randomizzato controllato pubblicato nel luglio 2016 ha valutato gli effetti della vitamina D, vitamina K e la supplementazione di calcio in 60 donne donne carenti di vitamina D con sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), una condizione comune in cui una donna sperimenta squilibri ormonali. 

I ricercatori hanno valutato i livelli ormonali, stress ossidativo e i livelli di antiossidanti.

Essi hanno scoperto che 8 settimane di supplementazione con 200 UI di vitamina D, 90 mg di vitamina K e 500 mg di calcio due volte al giorno, ha determinato una significativa diminuzione del dello stress ossidativo, mentre la capacità antiossidante totale è aumentato significativamente rispetto al gruppo placebo.

Lo studio non possedeva gruppi di studio sufficienti per determinare se gli effetti benefici sono stati attribuiti a una vitamina / minerale, o la combinazione di tutti questi componenti.

Tuttavia, il miglioramento dei livelli di stress ossidativo e antiossidanti garantisce ulteriori ricerche.

Cosa fare quindi?

La ricerca indica che la vitamina D e vitamina K lavorano sinergicamente per ottimizzare la salute, in particolare per quanto riguarda lo scheletro e la salute del cuore.

Pertanto, è importante prendere le misure adeguate per garantire e mantenere livelli sani di entrambi i valri di vitamina K e vitamina D. A differenza di molti vitamine e minerali, la vitamina D non può essere trovata in quantità adeguate da fonti alimentari.

Dobbiamo fare affidamento su queste sostanza, esponendoci al sole più possibile (senza creme solari) e/o adottare una supplementazione su base giornaliera al fine di garantire un adeguato apporto di vitamina D. 

Gli studi raccomanda l'integrazione con 10.000 UI di vitamina D3 al giorno nei giorni che non si può ottenere un adeguato sole per raggiungere uno stato tra 40-60 ng / ml e tra i 75-80 ng / ml in caso di malattie autoimmuni (sclerosi multipla, psoriasi, ecc.). 

Per quanto riguarda invece la vitamina K2, la forma più biologicamente attiva è quella MK7, che va assunta in dosi di 100 mcg per ogni 1000 UI di vitamina D. 


Dopo due mesi di supplementazione, è importante misurare i livelli di vitamina D e regolare il regime integrativo di conseguenza.

D'altra parte, la vitamina K può essere trovato nei seguenti alimenti:

Vitamina K1: verdure a foglia verde

Vitamina K2: Carne e frattaglie grass fed, cioè allevate ad erba (per esempio Grass Fed Italia )
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Anche l'intestino umano produce vitamina K2, ma in caso di alimentazione errata la flora batterica si altera e ne produce di meno. 
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Quindi se mangiate male e/o non mangiate abbastanza verdure, si consiglia un adeguata integrazione di vitamina K2, specialmente con le alte dosi di vitamina D. 
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"Savana D3 Raw"  è una scelta perfetta per coloro che vogliono assicurarsi che mantenere adeguati livelli di vitamina D, mentre per la vitamina K2-MK7 si può utilizzare "Primal K2 1000".



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​Bibliografia: 


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Vitamina D: il “nuovo” Ormone per il Dimagrimento, Testosterone e Salute

10/31/2016

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Con la diffusione delle diete evoluzionistiche, uno dei problemi principali da risolvere è sicuramente il ricreare, nei limiti imposti dalla civiltà moderna e industriale, le stesse condizioni di cibo nutriente e di modalità di vita.

Uno di questi riguarda in modo importante la vitamina D, finora discretamente sottovalutata, ma che alla luce della Paleo Diet e anche di nuovissimi studi indipendenti, ne rivalutano fortemente il ruolo centrale nell’ alimentazione, nella prestazione sportiva e nella salute in generale.
 
                   Claudio Tozzi (Autore della GeoPaleoDiet)



Inizio subito dicendo che la vitamina non è solo tale, ma è anche un vero e proprio gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5.
 
Tuttavia quelle più attive sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) di provenienza vegetale e la vitamina D3 (colecalciferolo), derivante dal colesterolo, sintetizzata negli organismi animali.
 
La sua più importante funzione è quella  di favorire il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso; senza un adeguato apporto di vitamina D, l’organismo non può assorbire efficacemente il calcio.
 
Come è noto un po’ a tutti, la vitamina D viene prodotta dalla nostra cute, più precisamente dai cheratinociti presenti; infatti la vitamina D3 deriva dal suo precursore 7-deidrocolesterolo che è  disponibile in grandi quantità nella pelle dell’uomo e degli animali.
 
L’80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dalla irradiazione solare in quanto il contenuto di questo nutriente nei cibi è molto basso. 
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Ma proprio qui nasce il problema, perché diversi milioni di anni dell’ evoluzione umana li abbiamo passati in Africa, in una savana con pochi alberi, con il sole a picco e quindi con la pelle esposta al sole per quasi tutto il giorno.
 
Ma circa 150.000 anni fa un gruppo di noi decise di andare fuori dal continente africano e si diffuse in tutto il mondo, compresi i territori più a nord come l’attuale scandinavia, dove di sole se ne vede decisamente ben poco.

Per sopperire al problema le popolazioni proto-scandinave furono le prime a digerire il lattosio, per poter adattarsi almeno a prendere la vitamina D dai latticini; per questo motivo in scandinavia c’è tutt’ora il più alto tasso di tolleranza al lattosio al mondo.

Questo non ha risolto del tutto il problema perché, come abbiamo visto, la vitamina D negli alimenti è scarsa e in più c’è a tendenza dei scandinavi ad essere chiusi e a ricercare la solitudine, che a volte diventa un problema, soprattutto durante la stagione invernale.

Il lungo, freddo e buio inverno di quei territori può uccidere, specialmente nei piccoli villaggi di campagna: difficili situazioni personali e familiari portano spesso a crisi depressive.
 
Tante persone non riescono a superare queste crisi e, unitamente ai lunghi mesi di solitudine, arrivano a togliersi la vita. Il suicidio è un problema serio per esempio in Finlandia, visto che possiede la più alta percentuale di suicidi con arma da fuoco in Europa e la seconda più alta nel mondo dopo gli Stati Uniti, mentre qui in Italia i suicidi sono “solo” un terzo di quelli finlandesi.
 
Per combattere il buio e la conseguente depressione stagionale in moltissime case viene installata una speciale lampada che simula il sorgere della luce del sole in modo da rendere il risveglio più naturale.
 
Tutto questo perché c’è un collegamento poco conosciuto tra vitamina D e depressione, comprovato proprio da diversi studi scientifici sia scandinavi in adulti e anche in giovani americani (“Serum vitamin D concentrations are related to depression in young adult US population”: the Third National Health and Nutrition Examination Survey).
 
in realtà questa situazione non riguarda solo le popolazioni a nord del mondo, ma anche tutti noi, perché siamo per la maggior del tempo chiusi nelle nostre case e nei nostri uffici, abbiamo vestiti che ci coprono completamente anche quando siamo all’aperto e non bastano certo i 15 giorni al mare per la fare la scorta di vitamina D per il resto dell’ anno.

Insomma, come al solito, l’uomo ha bisogno di tantissimi anni (anche centinaia di migliaia) per adattare il DNA alla nuova situazione di cibo, ambiente e malattie al di fuori della natia Africa e quelle poche decine di migliaia di anni in giro per il mondo, chiusi nelle case, indossando abiti molto più coprenti (in alcune regioni medio-orientali sono scoperti solo gli occhi delle donne) non sono certo bastati per adattare il nostro organismo alla scarsità di sole.
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​La carenza di Vitamina D e la sua relazione con il grasso corporeo
 
Diversi studi hanno mostrato la scarsa informazione fornita dai medici sulla carenza di vitamina D, che è un significativo fattore di rischio per i soggetti in sovrappeso o con un indice di massa corporea alto, sei si ha  insufficiente apporto di integratori, l’appartenenza alla razza asiatica e vivere in zone non equatoriali.

Infatti, in tutto il mondo, due donne su tre in postmenopausa (64%) presentano livelli inadeguati di vitamina D, come nelle donne affette da  osteoporosi in tutto il mondo, con percentuali fino al 90% nei paesi non equatoriali. Studi precedenti hanno addirittura mostrato percentuali dell’83% in Medio Oriente.
 
 Ma anche due terzi di donne affette da osteoporosi che vivono in zone soleggiate hanno inadeguati livelli di vitamina D e che l’insufficiente integrazione è un potente fattore predittivo per la presenza di livelli inadeguati di vitamina D. In Italia, uno studio multicentrico nazionale coordinato dall’ospedale Molinette di Torino, ha dimostrato che la vitamina D è insufficiente nel 76% delle donne italiane.

 L’improvvisa scarsità di vitamina D disponibile nel giro di pochi migliaia di anni, ha provocato una reazione a catena nel nostro corpo, un vero e proprio sconquasso, non solo per il metabolismo del calcio, ma anche in tante problematiche di tipo ormonale, facendoci perdere virilità, forza, massa muscolare e addirittura incrementando il livello di obesità.

Per esempio, un recente studio austriaco (Hormone Metabolic Research, 43: 223-225, 2011) ha dimostrato che la supplementazione giornaliera di 3000 IU di vitamina D per un anno ha incrementato il testosterone del 20% e il testosterone libero biologicamente attivo del 17%.

Questo vuol dire che semplicemente integrando la vitamina D potremmo avere maggior testosterone per i nostri allenamenti, per la nostra concentrazione mentale e anche per la nostra attività sessuale, il che non mi sembra proprio una cosa da buttar via.

 Del resto, non certo a caso, l’ estate è da sempre la stagione degli amori, stimolati anche da una maggiore esposizione al sole in spiaggia, che permette così una surplus di sano testosterone per ambedue i sessi.

Controllare che i propri livelli di vitamina D siano nella norma, potrebbe essere addirittura fondamentale anche per poter dimagrire, in quando gli obesi producono il 10% di questa sostanza rispetto ai normopeso e questa carenza interferisce con la funzionalità della leptina.
 
Quest’ ultima è un ormone-messaggero costituita da cellule adipose che comunica all’ipotalamo (un piccola ghiandola del cervello) quanto grasso è immagazzinato nel corpo e quindi segnala che lo stomaco è pieno, togliendo cosi la fame.
 
Ma se la percentuale di grasso corporeo è elevata, tende ad assorbire la vitamina D, impendendo il suo afflusso nel sangue, lasciando alti i livelli di leptina, provocando cosi una appetito insaziabile e costante durante tutta la giornata.
 
 Inoltre sembra che i soggetti in sovrappeso abbiano una minore capacità di di convertire la vitamina D nella sua forma ormonale attiva, cosa che crea un meccanismo perverso perché chi è grasso magari non va al mare per vergogna, oppure si copre, quindi i livelli di vitamina D sono sempre più bassi, la leptina più alta e la percentuale di grasso aumenta cosi anno dopo anno.
 
Quindi le persone obese hanno mediamente meno vitamina D e statisticamente la relazione tra obesità e carenza di D è statisticamente significativa. In pratica possiamo affermare che il soggetto in sovrappeso/obeso che non si espone al sole oppure non prende integratori di vitamina D, può non dimagrire mai e anzi aumentare di peso anno dopo anno.
 
Uno studio sulla popolazione canadese del 2010 pubblicato su “Obesity” ha dimostrato che sia il peso che il grasso corporeo erano molto più bassi nelle donne con livelli di vitamina D normali rispetto a quelle che li avevano insufficienti.
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Una delle ipotesi più accreditate per spiegare questa situazione è quella che la vitamina D, essendo liposolubile, quando viene prodotta dalla pelle o assunta con il cibo viene normalmente distribuita nel grasso corporeo, ma a parità di vitamina assunta dai normopeso, ovviamente gli obesi si ritroveranno conseguentemente nel sangue livelli più bassi di vitamina D biodisponibile per il fabbisogno.

E’ stato calcolato che se le cellule adipose sono in eccesso, possono far diminuire di quattro volte la capacità di produrre vitamina D, cioè se siete in sovrappeso è molto probabile che la vostra produzione di questa sostanza sia solo di un quarto di una persona normopeso.

Questo vale anche per i bambini, visto che tra l’ altro quelli italiani seguirebbero la dietona mediterraneaona “patrimonio umanità Unesco”, sono i più obesi d’ Europa.

E anche qualche nostro sportivo, addirittura olimpico, si fa notare.... 

Ma la pasta fa bene, giusto?!
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Infatti in uno studio pubblicato sull ‘‘American Journal of Clinical Nutrition” e condotto per 30 mesi dai ricercatori della Michigan University su 479 bambini di Bogotà (Colombia), dai 5 ai 12 anni, è stato riscontrato che livelli inferiori di vitamina D erano associati ad un più rapido aumento di peso e ad una maggiore tendenza ad accumulare grasso addominale, fattore di rischio di molte patologie in età adulta. Nelle bambine, invece, sono state riscontrate difficoltà relative alla crescita in altezza.
 
 Vitamina D per il diabete e per prevenire gli infortuni

Ma la vitamina D agisce anche sul diabete; gli scienziati del Helmholtz Zentrum München hanno dimostrato proprio quest’anno che le persone con buoni valori di vitamina D sono a minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Lo studio, condotto in collaborazione con il Centro tedesco del Diabete e l’Università di Ulm, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes Care.
 
Un’altra ricerca ha scovato un altra sorprendente qualità della vitamina D, cioè la sua capacità di prevenire gli infortuni negli atleti.

Michael Shindle del Summit Medical Group in Madison (Wisconsin, USA – National meeting of American Orthopetic Society for Sports Medicine, Luglio 2011) ha scoperto che più dei 2/3 di 89 giocatori di football americano NFL infortunati avevano i livelli insufficienti di Vitamina D.
 
I livelli di questa vitamina devono essere maggiori di 32 ng/mL, e ben 27 giocatori avevano i livelli sotto i 20 ng/ml, mentre altri 45 avevano i livelli tra i 20-31,9 ng/mL. Per tutti quelli che sono sempre infortunati e ce ne sono molti, potrebbe essere quindi una buona idea l’ integrazione di questa vitamina.

Ma la carenza di vitamina D è generalizzata anche nella normale popolazione, tanto che negli Stati Uniti, nonostante il latte sia stato addizionato con la vitamina D fin dal 1922,  la rivista specializzata “Life Extension” ha analizzato 13.892 campioni di sangue tra i suoi lettori e il risultati sono stati assolutamente sorprendenti.

​ Il 38% dei soggetti aveva i livelli inferiori ai 30 ng/mL, mentre il 69% era al di sotto dei 40 ng/mL e solo il 14,3% aveva un tasso superiore ai 50 ng/mL, cioè quello considerato ottimale per ottenere i maggiori effetti benefici dalla vitamina D.

In italia, nonostante il sole sia abbondante, risulta paradossalmente che il livello medio di vitamina D nella popolazione sia in realtà basso, anche perché non esistono in commercio prodotti fortificati con questo micro-nutriente, come avviene invece in nord-europa e negli Stati Uniti.

Nel nostro paese e solo per i bambini, per evitare il rachitismo, viene venduto dell’ olio addizionato con vitamina D, ma per adulti nulla.
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Vitamina D in Olio Extra Vergine di Oliva Bio

​I benefici della Vitamina D in sintesi

la vitamina D agirebbe come un vero e proprio ormone su tantissime e fondamentali funzioni del nostro organismo:
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  • Scheletro
    salute delle ossa, previene l’ osteopenia, osteoporosi, osteomalacia, rachitismo e fratture
  • Salute cellulare
    previene certi tipi di cancro, come quello alla prostata, al pancreas, mammella, ovaie e colon; previene malattie infettive e infezioni al tratto respiratorio superiore, asma e disturbi respiratori.
  • Salute organi
    previene malattie cardiche e infarti; previene il diabete di tipo 2, parodontite , perdita di denti e altre malattie infiammatorie.
  • Salute dei muscoli
    supporta la forza muscolare
  • Salute del sistema autoimmunitario
    previene la sclerosi multipla, il diabete mellito di tipo 1, il morbo di Crohn e l’ artrite reumatoide.
  • Salute del cervello
    previene la depressione, schizofrenia, morbo di Alzheimer e demenza.
  • Salute degli stati d’animo
    previene il disordine affettivo stagionale, la sindrome pre-mestruale, i disturbi del sonno e aumenta il senso di benessere


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​Ma quali sono i livelli ottimali di vitamina D nel sangue?

Il dottor Holich del Boston Medical Center è una delle massime autorità mondiali nello studio di questa vitamina, propone questo “barometro” di riferimento per ottenere i massimi risultati:
 
BAROMETRO DELLA VITAMINA D


  • meno di 20 ng/ml Deficienza

  • tra 21 e 29 ng/ml Insufficienza

  • tra 30 e 100 ng/ml Sufficienza

  • sopra i 150 ng/ml Intossicazione

  • tra 40 e 60 ng/ml Ideale

  •  75-80 ng/ml sono invece indicati per sportivi e malati di patologie autoimmuni.
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Secondo il mio parere tutti, anche i sedentari, dovrebbero avere invece questo valore di 75-80 in quanto è stato calcolato che è il valore medio di un individuo esposto al sole per diverse ore al giorno; esattamente come succedeva in Africa nella nostra evoluzione, dove per di più non avevamo praticamente vestiti.

Nei casi di carenza di Vitamina D occorre seguire un’integrazione giornaliera di 10.000 UI per mesi (per esempio con “Savana D3 Raw” della Geo Paleo Diet Integratori) per portare le concentrazioni di plasma appunto a 75-80 ng/ml.

A questa dose di vitamina D (cioè 10.000 UI al giorno) va associata un quantità di 1000 mcg di Vitamina K2-MK7 per una corretta gestione di questo ormone nell' organismo (Per maggiori informazione sulla Vitamina K2 QUI)  


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Vitamina D in Olio Extra Vergine di Oliva Bio

​Per mantenere le concentrazioni di plasma a 75-80 ng/mL, si consiglia un’integrazione giornaliera di 5000 UI; l’equivalenza è 100 UI = 2,5 mg e 400 UI = 10 mcg.

E non tiriamo fuori l’ assurda e ridicola paura di molti medici riguardo la sua presunta tossicità, in quanto solo sopra i 150 ng/ml può dare qualche problema (tra l’ altro leggero e facilmente risolvibile che la sospensione dell’ assunzione), ma visto che la dose efficace è 75-80, cioè la metà, è veramente inspiegabile che ogni volta deve uscire fuori un problema che non esiste e non esisterà mai.

Nella letteratura mondiale i casi di tossicità legati a questa vitamina sono rarissimi e tutti risolti semplicemente non prendendola più e con nessuna conseguenza permanente.

Del resto, avete mai sentito che è stato male per la troppa vitamina D?

E, sopratutto, avete mai conosciuto uno che è ha avuto problemi per qualunque altra vitamina?

Il problema è quanto sono troppe basse, non certo quando sono alte!

In definitiva, anche se siamo in perfetto Paleo-style, mangiando frutta/verdura/carne/pesce e frutta secca, potremmo lo stesso avere problemi, in quanto non era prevedibile per l’ organismo l’ assunzione supplementare con il cibo di vitamina D, visto che per milioni di anni l’ abbiamo prodotta in quantità “industriale” con lo splendido sole africano. 


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Quindi per ricreare il più possibile quell’ armonia di condizioni è assolutamente essenziale prendere più sole possibile durante l’ estate, in modo da fare un’ adeguata scorta per l’ inverno e/o e assumere cibi ad alto contenuto di vitamina D come l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (come i salmoni e le aringhe), il latte ed i suoi derivati, le uova, il fegato e le verdure verdi.

Ma è evidente che l’ olio di fegato di merluzzo sono decenni che non viene più somministrato perché ha un sapore agghiacciante, mentre i pesci grassi vengono acquistati con parsimonia perché abbastanza costosi e magari pieni di mercurio, le uova vengono limitate dai medici perché “aumentano il colesterolo” (ma per favore…), il fegato non è di uso comune (anche perché quello di adesso è ricco di tossine) e il latte/derivati non possono essere assunti perché dannosi per problemi legati all’ equilibrio acido-base.

Rimarrebbero le verdure, ma ammesso che si assumano in buone quantità, non sono tuttavia sufficienti per assumere la giusta quantità di vitamina D per raggiungere i livelli ottimali.

A questo punto l’ uso dell’ integratore di vitamina D come il “Savana D3 Raw” potrebbe essere risolutivo, anche se come abbiamo visto è molto importante misurare prima il livello nel sangue, in quanto il livello di grasso corporeo ostacola l’ entrata nel sangue e quindi le dosi degli eventuali supplementi vanno calibrati perché potrebbero non bastare. 
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Al laboratorio di analisi va richiesto il dosaggio del 25-idrossivitamina D (25-OH vitamina D) cioè la componente attiva della sostanza.

Insomma la vitamina D è una delle chiavi fondamentali della vostra salute e della vostra prestazione sportiva.


                                                                                                          
                                                                                                                                                 Claudio Tozzi
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Le informazioni contenute in questo articolo hanno fini puramente divulgativi e non intendono in alcun modo sostituire il parere dei professionisti del settore sanitario. Consultate il vostro medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio o integrazione nutrizionale.
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3 Commenti

    Claudio Tozzi

    Ha portato la paleo diet in Italia.E' autore dell' innovativa Geo Paleo Diet 


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