Ötzi, la mummia del Similaun, è la prima vittima della storia dei Disastri dell’agricoltura per la Salute

Ötzi, la mummia del Similaun, è la prima vittima della storia dei Disastri dell’agricoltura per la Salute

Ötzi, la mummia del Similaun, è la prima vittima della storia dei Disastri dell’agricoltura per la Salute

Quest’ estate sono stato al museo di Bolzano per vederlo ed è stato davvero molto emozionante!

Ma per i più giovani ricordiamo la sua incredibile storia.

19 settembre 1991.

Alto Adige. Confine italo-austriaco. 3.210 metri di altitudine.

Due escursionisti tedeschi, Helmut e Erika Simon, stanno camminando tra i ghiacci del Giogo di Tisa, vicino al ghiacciaio del Similaun.

Il cielo è limpido. Il vento gelido.

Poi, all’improvviso, qualcosa spunta dal ghiaccio.

Non è una pietra.

Non è un ramo.

È... una spalla. Una mano. Un volto.

Pensano sia un alpinista morto da pochi anni.

Ma quello che stanno guardando è molto più antico.

Non è un cadavere.

È una mummia naturale.



Un corpo perfettamente conservato, con abiti, equipaggiamento, tatuaggi.

Un uomo che sembra voler dire ancora qualcosa.

Dopo oltre cinquemila anni di silenzio.

Quando lo estraggono dal ghiaccio, serve quasi una settimana.

Perché è fuso con la montagna.

È diventato parte di essa.

Immortale.

Nessuno immagina ancora che si tratta della più antica mummia umana mai ritrovata in Europa, risalente a circa 3.300 anni prima di Cristo.

Lo battezzano Ötzi, come la valle dell’Ötztal.

Ma lui è molto più di un nome.

Ötzi è un testimone.

Un guerriero.

Una vittima.

Un enigma.

E da quel momento, il ghiaccio comincia a parlare.

Il periodo in cui visse Ötzi si colloca in un’epoca di profondi capovolgimenti che presero avvio dal vicino Oriente e si diffusero in Europa, modificando in maniera determinante lo stile di vita: gli uomini divennero coltivatori e allevatori.

La cosiddetta “rivoluzione neolitica” ebbe ripercussioni di ampia portata.

Le popolazioni divennero stanziali per poter coltivare e sorvegliare i campi e iniziarono così a costruire abitazioni permanenti. In questo periodo si diffuse la ceramica.

Il passaggio all’agricoltura e all’allevamento gettò le basi per la diversificazione del lavoro e indusse a produrre in modo produttivo le eccedenze, valorizzando la proprietà privata.

Nell’Età del Rame si moltiplicarono gli insediamenti nell’arco alpino da parte di gruppi culturali confinanti, attirati dai ricchi giacimenti minerari.

Di conseguenza si rese necessario estendere le superfici coltivabili e introdurre forme intensive di coltivazione.

Il menu dell’epoca veniva integrato dalla raccolta di frutti spontanei.

Ma tutto questo fu disastroso per la salute umana.

Infatti, Ötzi fu uno dei primi homo sapiens nella storia a sperimentare l’uso dei cereali, latticini e dei legumi con risultati devastanti.

E questo si sa per certo perché (anche se può sembrare incredibile) dopo 5300 anni il suo ultimo pasto era ancora nello stomaco!

Prima di morire Ötzi aveva consumato farro piccolo (un antenato del nostro grano), orzo, granuli di polline di carpino nero, frammenti di felce aquilina, muschi.

I composti metabolici indicano anche la presenza di grassi di ruminanti (stambecco) o latticini (acido fitanico) e supportano l'esistenza di cereali integrali (acido azealico) nella dieta dell'Iceman.

Inoltre, il gamma-terpinene presente nell'olio di coriandolo, nell'olio di limone e in altri oli essenziali suggerisce l'uso di erbe.
Gli elementi più abbondanti trovati nel contenuto dello stomaco erano i minerali nutrizionali ferro, calcio, zinco, magnesio e sodio, coerenti con il consumo di carne rossa o latticini.

Ma all’epoca nella zona erano anche frequentemente utilizzati anche legumi come i piselli, oltre ad altri cereali come il farro normale e il frumento nudo.

Risultato? A “soli” 45 anni era messo così:

• Degenerazione articolare moderata lieve alla anca destra, spondilosi cervicale e lombare (problemi di usura delle vertebre)

• Artrosi al ginocchio e alla caviglia, usura dovuta ai carichi fisici e al tipo di vita.

• Presentava Helicobacter pylori, batterio dello stomaco che può causare gastriti / ulcere.

• Infestazione da verme intestinale: Trichuris trichiura (“whipworm”) evidenziata nei tratti intestinali.

• Possibile Borrelia (responsabile della borreliosi / malattia di Lyme) trovato tramite tracce genetiche.

• Carie, parodontite, usura notevole dei denti.

• Segni di infezioni orali che potrebbero avergli causato dolore persistente.

• Beau’s lines sulle unghie: segni che indica che fu malato almeno tre volte nei sei mesi prima della morte, con un episodio circa due mesi prima della morte che durò circa due settimane.

• Infine, aveva anche una predisposizione genetica per malattie cardiovascolari (aterosclerosi, calcificazioni delle arterie) presenti già nei suoi vasi sanguigni

• Intolleranza al lattosio

• Possibile predisposizione ad obesità e diabete di tipo 2

Ricordo che le predisposizioni genetiche rimangono silenti se non sono attivate con il cibo non affine al DNA, in particolare da cereali, legumi e latticini.

Ovviamente, alcune sue problematiche non dipendevano solo dalla nuova alimentazione ma anche dal terribile ambiente dove viveva (ricordo che è stato ritrovato 3.200 metri)

Anche con uno stile di vita molto attivo, Ötzi comunque accumulava usure, infiammazioni, infezioni.

Questo significa che la lotta per stare bene certamente non è solo questione di cosa mangi, ma anche di ambiente, carico fisico, stress, esposizione a batteri, parassiti, etc.

Per esempio, aveva i polmoni anneriti da fuliggine: viveva vicino a fuochi per riscaldamento o cucina, inalava particolato con possibile silicosi.

Infine, non scordiamoci che è stato assassinato con una freccia alla schiena, quindi il Similaun non era certo un belI'ambientino stile Disney all’epoca…

Ma non c’è alcun dubbio che il cambio alimentare, avvenuto circa pochi millenni prima della nascita di Ötzi, ha contribuito in modo decisivo alla sua cattiva salute.

Questo perché ci vogliono 50000-60000 anni prima che un nuovo alimento possa adattarsi al DNA umano.

Se pensate che attualmente sono passati 12.000 anni dall’avvento dell’agricoltura e ancora ne paghiamo le conseguenze (pur essendo passati altri 5000 anni di selezione naturale), figuriamoci il povero Ötzi cosa deve aver passato: probabilmente conviveva con dolore, fastidi, infiammazioni, stomaco che lo tormentava, difficoltà nei denti, ecc.

Ho visto Ötzi da pochi cm al museo: viene costantemente mantenuto ad umidità relativa a quasi 100% (come dentro il ghiaccio) e −6° gradi.

Sembrava un bambino da quanto era piccolo (era alto solo 1,60, altra conseguenza dei cereali e affini) e la mummificazione ne ha ridotto ulteriormente le dimensioni.

Non c'è nessun dubbio: la straordinaria storia di Ötzi è la prova tangibile e straordinaria che più un cibo ha vissuto lontano dal nostro DNA e più tenterà di ucciderci e/o comunque farci molto male.

Tanto per capirci meglio.

Se qualcuno bussa alla tua porta, guardi lo spioncino e se lo conosci lo fai entrare.

Se invece non lo conosci ed entra lo stesso sfondando la porta generalmente non finisce bene.

Ecco, questo è quello che succede quando ingerisci ogni giorno cereali, legumi e latticini.

Se comprendi questo, la terribile vita (e morte) di Ötzi, non sarà stata invano.

⠀📚 Fonti scientifiche e approfondimenti

Smithsonian Magazine – Profilo genetico di Ötzi
👉 https://www.smithsonianmag.com/science-nature/famed-5300-year-old-alps-iceman-was-a-balding-middle-aged-man-with-dark-skin-and-eyes-180982744/

Phys.org – Genetica e rischio cardiovascolare
👉 https://phys.org/news/2012-02-genetic-analysis-reveals-otzi-iceman.html

CalAcademy – Problemi di salute e intolleranza al lattosio
👉 https://www.calacademy.org/explore-science/the-icemans-health-issues

ScienceDirect – Terapie naturali: tatuaggi e piante medicinali
👉 https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1879981718300883

PubMed – Analisi mediche su articolazioni, denti, intestino, polmoni
👉 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34240239/

The Iceman’s Last Meal Consisted of Fat, Wild Meat, and Cereals
Maixner, Frank et al. Current Biology, Volume 28, Issue 14, 2348 - 2355.e9
Smithsonian Magazine – Profilo genetico di Ötzi
👉 https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(18)30703-6

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