Nella foto qui sopra è stato ripreso un membro della tribù degli Hadza della Tanzania, una popolazione che vive ancora come milioni di anni fa, cioè senza l' utilizzo di pasta, mozzarelle e lenticchie varie.
Ha 92 anni.
Ne dimostra però 60-70 e ancora va a caccia.
L' articolo lo finirei qui, ma lo scrivo lo stesso, in modo da togliervi dalla testa per sempre questo pregiudizio che, immancabilmente, tirerete fuori ogni volta che si parla di Paleo Diet...
In pratica, come è stato possibile che una delle più grandi menzogne della storia dell’ umanità sia passata a stato di leggenda urbana così popolare e, soprattutto, così credibile?
Ormai è inevitabile; quando scrivo un articolo o tengo una lezione sulla Paleo Diet, arriva sempre, puntuale come le tasse e la morte, la solita osservazione:
“Ma se la dieta preistorica era così eccezionale e previene la malattie cronico-degenerative (osteoporosi, artrosi, ecc.) perché i nostri antenati morivano come mosche a 30 anni?”.
Giuro che mi capita ogni volta e di solito chi la fa ha l’atteggiamento di quello che mi ha preso in castagna, mi ha colto in fallo, pensando anche a come mai non mi fosse venuto in mente…
Qualche anno fa andò in onda un servizio del TG1, in cui hanno intervistato un mio personal trainer BIIOSystem™ che ha parlato appunto delle peculiarità della Paleo Diet, oltre che della Metabolica e della Warrior Diet e hanno chiesto anche un opinione nientemeno a Giorgio “Pastasciutta cor sugo” Calabrese, il brontonutrizionista di Porta a Porta.
Sembra incredibile ma anche lui ha detto che con la Paleo Diet morivano giovani, un’affermazione davvero scientifica che molto spiega della competenza e della preparazione del nostro amico, visto che ormai l’ho sentita anche al bar sotto casa mia quanto parlano de “‘a Roma e de ‘a Lazio”.
I fautori di questa geniale osservazione obiettano peraltro che le malattie cronico-degenerative sono età dipendenti e quindi possono insorgere solo nell’attuale epoca moderna, a causa del notevole aumento della vita media rispetto ai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico.
Nulla di tutto questo è vero e con nuovi dati molti interessanti.
Cercherò di fare chiarezza definitiva su questa leggenda con nuovi dati e ricerche aggiornati rispetto al 2010. Nel 1984, l’antropologo J. Lawrence Angel pubblicò i risultati delle analisi effettuate su resti scheletrici di persone vissute nel Mediterraneo orientale prima e dopo l’introduzione della coltivazione dei cereali.
L’attenzione dello studioso si concentrò soprattutto sui denti (permettono il calcolo dell’età al momento della morte) e del PIDI (Pelvic Inlet Depth Index, indice della profondità del canale pelvico), elementi che indicano lo stato di salute di un individuo.
Usci fuori un tabella-choc (qui sotto – Spencer Wells, 2011) che dovrebbe essere attaccata come poster nella cameretta di tutti gli scienziatoni che ogni tanto tirano fuori la storia che con la Paleo Diet si muore presto per danni renali e pure con atroci dolori.
Infatti uscì fuori che il maschio “Paleo”, cioè cacciatore-raccoglitore del Paleolitico aveva un età media di 35,4 anni, mentre nelle femmine l’età media era più bassa e cioè di 30,0 anni, ma solo a causa dei parti particolarmente complicati all’epoca in cui spesso morivano anche madre e bimbo assieme.
Ma furono i risultati degli scheletri del successivo neolitico superiore, cioè quando ormai la transizione verso l’agricoltura era completata, che sorpresero gli stessi studiosi; infatti nella “ridente” nuova epoca dei cereali integrali e tutto il resto del proto-mulino bianco/latte per le ossa, l’età media crollò a 33,1 anni per i maschi e 29,2 per femmine!
Ma la vita media più bassa si accompagnò anche un sorprendente drastico calo della salute complessiva, come, per esempio, l’abbassamento della statura media maschile, che da 1,82 cm nel paleolitico passò addirittura 1,63 (19 cm in meno!) nel neolitico superiore.
Ma cambiarono anche le dimensioni del già citato PIDI, che è una misura delle dimensioni del canale pelvico attraverso cui un bambino passerebbe durante la nascita e più è maggiore il valore è più sono ottimali le condizioni di vita.
Può essere misurata in uomini e donne, ma ovviamente le sue implicazioni per la nascita si applicano solo per le donne.
Come si può vedere nella tabella, la statura e la profondità dell’ingresso pelvico è diminuito di un ben 22% con l’adozione dell’agricoltura, e ancora non hanno raggiunto livelli paleolitici ai nostri giorni.
Ma furono i risultati degli scheletri del successivo neolitico superiore, cioè quando ormai la transizione verso l’agricoltura era completata, che sorpresero gli stessi studiosi; infatti nella “ridente” nuova epoca dei cereali integrali e tutto il resto del proto-mulino bianco/latte per le ossa, l’età media crollò a 33,1 anni per i maschi e 29,2 per femmine!
Ma la vita media più bassa si accompagnò anche un sorprendente drastico calo della salute complessiva, come, per esempio, l’abbassamento della statura media maschile, che da 1,82 cm nel paleolitico passò addirittura 1,63 (19 cm in meno!) nel neolitico superiore.
Ma cambiarono anche le dimensioni del già citato PIDI, che è una misura delle dimensioni del canale pelvico attraverso cui un bambino passerebbe durante la nascita e più è maggiore il valore è più sono ottimali le condizioni di vita.
Può essere misurata in uomini e donne, ma ovviamente le sue implicazioni per la nascita si applicano solo per le donne.
Come si può vedere nella tabella, la statura e la profondità dell’ingresso pelvico è diminuito di un ben 22% con l’adozione dell’agricoltura, e ancora non hanno raggiunto livelli paleolitici ai nostri giorni.
L’ idea che una dieta a base di cereali interferisce con il normale sviluppo scheletrico non è una novità, tant’è vero che è normale routine in campo archeologico pensare che l’adozione dell’agricoltura abbia coinciso con una riduzione di statura, carie dentarie, ossa storte e più sottili.
Addirittura, questo fatto è così ben accettato che questo tipo di alterazioni scheletriche sono a volte utilizzati come prova che i cereali sono stati adottati storicamente in una particolare regione…
Anche il bellissimo “Mankind”, documentario-kolossal sulla storia dell’umanità curato dalla prestigiosa National Geographic, nel capitolo dedicato alla nascita dell’agricoltura, si dice chiaramente e senza incertezze che l’avvento dell’agricoltura ha portato all’abbassamento dell’altezza, della salute, dell’età media e all’aumento della violenza, visto che uno scheletro su 10 è morto ammazzato da chi voleva prendere il raccolto dell’ altro: era nata la proprietà privata, inutile nel paleolitico.
Addirittura, questo fatto è così ben accettato che questo tipo di alterazioni scheletriche sono a volte utilizzati come prova che i cereali sono stati adottati storicamente in una particolare regione…
Anche il bellissimo “Mankind”, documentario-kolossal sulla storia dell’umanità curato dalla prestigiosa National Geographic, nel capitolo dedicato alla nascita dell’agricoltura, si dice chiaramente e senza incertezze che l’avvento dell’agricoltura ha portato all’abbassamento dell’altezza, della salute, dell’età media e all’aumento della violenza, visto che uno scheletro su 10 è morto ammazzato da chi voleva prendere il raccolto dell’ altro: era nata la proprietà privata, inutile nel paleolitico.
Il cambiamento profondo dell’ingresso pelvico è molto significativo. Il parto moderno è così difficile e sembra davvero impossibile che la natura abbia predisposto un metodo cosi doloroso nella maggior parte dei casi, pur avendo avuto a disposizione milioni di anni per affinare la cosa.
Senza l’aiuto della medicina moderna, molte delle donne durante il parto non ce l’avrebbero certo fatta. Ma infatti l’evoluzione aveva portato ad un livello giusto di PIDI, ma adesso è molto più difficile perché abbiamo ancora uno stretto ingresso pelvico rispetto ai nostri antenati.
Weston Price, un dentista americano che fu uno dei primi ad andare direttamente a studiare le popolazioni primitive, cosi descriveva la relativa facilità di parto in molte delle società tradizionali:
“Un commento impressionante mi è stato riportato dal dottor Romig, il sovrintendente dell’ospedale governativo per gli eschimesi e gli indiani a Anchorage, Alaska. Egli ha dichiarato che nei suoi 36 anni tra gli eschimesi, non era mai stato in grado di arrivare in tempo per vedere un parto normale da una donna primitiva eschimese."
Ma le condizioni sono cambiate materialmente con la nuova generazione di ragazze eschimesi, nati dopo che i loro genitori cominciarono ad usare gli alimenti della civiltà moderna.
Molti di loro sono adesso devono essere ricoverate in ospedale dopo essere state in travaglio per diversi giorni.
Invece una donna eschimese che utilizzava la dieta antica, che si era sposata due volte, il suo ultimo marito era bianco. Ha riferito il dottor Romig e a me che sua moglie aveva dato alla luce 26 (ventisei…) figli e che molti di loro erano nati durante la notte e che non si era preoccupato a svegliare il marito, ma gli aveva fatto conoscere il nuovo bambino al mattino.”
Senza l’aiuto della medicina moderna, molte delle donne durante il parto non ce l’avrebbero certo fatta. Ma infatti l’evoluzione aveva portato ad un livello giusto di PIDI, ma adesso è molto più difficile perché abbiamo ancora uno stretto ingresso pelvico rispetto ai nostri antenati.
Weston Price, un dentista americano che fu uno dei primi ad andare direttamente a studiare le popolazioni primitive, cosi descriveva la relativa facilità di parto in molte delle società tradizionali:
“Un commento impressionante mi è stato riportato dal dottor Romig, il sovrintendente dell’ospedale governativo per gli eschimesi e gli indiani a Anchorage, Alaska. Egli ha dichiarato che nei suoi 36 anni tra gli eschimesi, non era mai stato in grado di arrivare in tempo per vedere un parto normale da una donna primitiva eschimese."
Ma le condizioni sono cambiate materialmente con la nuova generazione di ragazze eschimesi, nati dopo che i loro genitori cominciarono ad usare gli alimenti della civiltà moderna.
Molti di loro sono adesso devono essere ricoverate in ospedale dopo essere state in travaglio per diversi giorni.
Invece una donna eschimese che utilizzava la dieta antica, che si era sposata due volte, il suo ultimo marito era bianco. Ha riferito il dottor Romig e a me che sua moglie aveva dato alla luce 26 (ventisei…) figli e che molti di loro erano nati durante la notte e che non si era preoccupato a svegliare il marito, ma gli aveva fatto conoscere il nuovo bambino al mattino.”
L’aspettativa della vita media aumenta
La realtà scientifica e numerica è quindi completamente diversa rispetto all’altissimo livello culturale degli avventori dei bar e dei Calabrese vari (la cui differenza a volte mi sfugge), perché eliminando tutti i principali fattori a più alto rischio per malattie cronico-degenerative, l’aspettativa di vita aumenterebbe di circa 5 anni.
Ma è riduttivo, oltre che errato considerare solo la vita media nella competizione Paleo Diet Vs Dieta Moderna, perché è stato accertato che solo il 20% dei cacciatori-raccoglitori attuali (ce ne sono ancora in Africa, in Brasile, ecc.) manifesta malattie cronico-degenerative dopo i 60 anni, mentre attualmente ci sono già degli adolescenti, (cresciuti a latte, pasta e merendine), con elevate frequenze di biomarcatori anomali di obesità, colesterolo, ipertensione ecc.
Quindi le vere motivazioni dell’attuale allungamento dell’aspettativa di vita è semplicemente da ricercare al progresso economico che ha aumentato la produttività umana, consentendo a livello sia del singolo, sia del gruppo, di aver accesso ad una maggiore quantità di energia, sia pure di minor qualità complessiva.
A questo si aggiungono i seguenti fattori, soprattutto dal 1700 in poi:
- Progresso della medicina. Si avvia l’inoculazione del vaccino contro il vaiolo e l’assunzione del chinino contro la malaria e altre “febbri”. Vengono migliorate anche l’istruzione delle levatrici e la tecnica del parto che da sempre aveva provocato elevata mortalità fra le donne.
- Migliorate condizioni di igiene pubblica (con costruzione delle fognature e maggiore approvvigionamento idrico) e di igiene personale con la diffusione dell’uso del sapone e della camicia.
Rarefazione delle carestie.
- Iniziale capacità di isolare e combattere le epidemie fino alla sparizione della peste alla fine del ’700. Le malattie infettive nel passato mietevano milioni di morti in tutto il mondo, come l’influenza “Spagnola” che nel 1918-19 fece fuori 50 milioni di persone.
- Prima se ti veniva il diabete morivi entro pochi mesi, ma dal 1922 c’è l’ insulina iniettabile.
- Prima se infettavi una ferita, morivi subito di setticemia
Ma una delle chiavi del discorso è sicuramente la diminuzione della mortalità, soprattutto infantile, perché fino alla fine del 1800 i medici non si lavavano ancora le mani e le morti da parto era circa del 50% per via delle infezioni.
Ma questo faceva comunque statistica sull’andamento della vita media, abbassandola ovviamente di molto, visto la quantità elevatissima di età zero dovuta ai bimbi morti alla nascita.
Nonostante tutto questo, l’aumento della durata della vita media era passata dai 30 anni nel 1750 ad un massimo di 35 anni nel 1800, cioè esattamente quella del Paleolitico; solo non si mangiava più così da 10.000 anni, visto che nel frattempo era sopraggiunto il cibo prettamente agricolo come cereali, latte e legumi.
Inoltre con l' agricoltura nascono le case, i vestiti, il lavoro in miniera e nella fabbriche ecc. che impediscono la corretta produzione di vitamina D da parte del sole, indispensabile per la salute e l' aumento della vita media.
La realtà scientifica e numerica è quindi completamente diversa rispetto all’altissimo livello culturale degli avventori dei bar e dei Calabrese vari (la cui differenza a volte mi sfugge), perché eliminando tutti i principali fattori a più alto rischio per malattie cronico-degenerative, l’aspettativa di vita aumenterebbe di circa 5 anni.
Ma è riduttivo, oltre che errato considerare solo la vita media nella competizione Paleo Diet Vs Dieta Moderna, perché è stato accertato che solo il 20% dei cacciatori-raccoglitori attuali (ce ne sono ancora in Africa, in Brasile, ecc.) manifesta malattie cronico-degenerative dopo i 60 anni, mentre attualmente ci sono già degli adolescenti, (cresciuti a latte, pasta e merendine), con elevate frequenze di biomarcatori anomali di obesità, colesterolo, ipertensione ecc.
Quindi le vere motivazioni dell’attuale allungamento dell’aspettativa di vita è semplicemente da ricercare al progresso economico che ha aumentato la produttività umana, consentendo a livello sia del singolo, sia del gruppo, di aver accesso ad una maggiore quantità di energia, sia pure di minor qualità complessiva.
A questo si aggiungono i seguenti fattori, soprattutto dal 1700 in poi:
- Progresso della medicina. Si avvia l’inoculazione del vaccino contro il vaiolo e l’assunzione del chinino contro la malaria e altre “febbri”. Vengono migliorate anche l’istruzione delle levatrici e la tecnica del parto che da sempre aveva provocato elevata mortalità fra le donne.
- Migliorate condizioni di igiene pubblica (con costruzione delle fognature e maggiore approvvigionamento idrico) e di igiene personale con la diffusione dell’uso del sapone e della camicia.
Rarefazione delle carestie.
- Iniziale capacità di isolare e combattere le epidemie fino alla sparizione della peste alla fine del ’700. Le malattie infettive nel passato mietevano milioni di morti in tutto il mondo, come l’influenza “Spagnola” che nel 1918-19 fece fuori 50 milioni di persone.
- Prima se ti veniva il diabete morivi entro pochi mesi, ma dal 1922 c’è l’ insulina iniettabile.
- Prima se infettavi una ferita, morivi subito di setticemia
Ma una delle chiavi del discorso è sicuramente la diminuzione della mortalità, soprattutto infantile, perché fino alla fine del 1800 i medici non si lavavano ancora le mani e le morti da parto era circa del 50% per via delle infezioni.
Ma questo faceva comunque statistica sull’andamento della vita media, abbassandola ovviamente di molto, visto la quantità elevatissima di età zero dovuta ai bimbi morti alla nascita.
Nonostante tutto questo, l’aumento della durata della vita media era passata dai 30 anni nel 1750 ad un massimo di 35 anni nel 1800, cioè esattamente quella del Paleolitico; solo non si mangiava più così da 10.000 anni, visto che nel frattempo era sopraggiunto il cibo prettamente agricolo come cereali, latte e legumi.
Inoltre con l' agricoltura nascono le case, i vestiti, il lavoro in miniera e nella fabbriche ecc. che impediscono la corretta produzione di vitamina D da parte del sole, indispensabile per la salute e l' aumento della vita media.
Quindi il passaggio dall’alimentazione Paleo a quella moderna, fino ad un secolo fa non aveva aumentato minimamente la vita media e in compenso ci aveva/ha portato carestie, malattie infettive, patologie cardio-vascolari, osteoporosi, diabete, artrosi, obesità, carie e tante altre simpatiche cosine, totalmente sconosciute nei cacciatori-raccoglitori.
E le cose stanno peggiorando ancora; un vasto studio del 2012 sulla salute mondiale pubblicata dalla rivista medica britannica Lancet (che ha analizzato i dati raccolti in 187 paesi) ha rivelato che in confronto al 1970 viviamo in media 10 anni in più, ma assolutamente non in buona salute, anzi, dobbiamo affrontare sempre più patologie come il cancro, malattie cardiovascolari o il diabete. In 40 anni, dal 1970 al 2010, l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata di 11,1 anni per gli uomini e di 12,1 anni per le donne in tutto il globo, ma:
Riassumendo, nel Paleolitico vivevano tranquillamente fino ai 60-70 anni (senza mortalità infantile), cioè in pratica come adesso nel mondo occidentale, però senza avere praticamente patologie e non prendendo 7-8 pillole al giorno come i nostri genitori o nonni; una per il colesterolo, una per la pressione, una per il diabete, ecc.
No, non prendevano nulla perché semplicemente non si ammalavano assolutamente di nessuna problematica, semplicemente la loro dieta era perfetta per il loro DNA, con il pH perfettamente equilibrato, senza scompenso alcuno.
Poi qualcuno ha fatto il calcolo della loro vita media, includendo la mortalità infantile, a quel tempo altissima, dimenticando anche il passaggio all’ agricoltura fu un assoluto disastro: morte prematura, 20 cm in meno di altezza media, parto ancora più doloroso/mortale, morti ammazzati come mosche per la nascita della proprietà privata del terreno coltivato e avvento delle malattie per contagio per sovraffollamento, sconosciuto nel paleolitico.
Ebbene dopo tutto questo delirio, il 90% dei medici e nutrizionisti ci consiglia di mangiare la pasta “perché dà energia”, il latte “perché fa bene alle ossa”, “Un bicchiere di vino fa bene al cuore” e altre sciocchezze assurde, mentre moriamo sempre di più per cancro, diabete e ictus/infarti proprio dovuti a questi cibi-killer introdotti dall’ agricoltura.
Insomma, “con la paleo diet morivano a 30 anni” è la leggenda urbana più falsa che esista e si è diffusa anche nei peggior bar di Caracas, nelle aule delle università di medicina del globo e così via, quasi Porta a Porta…
Ma non è finita qui; per i professionisti dell' ottusità e dell' ignoranza con la O e la I maiuscole, c'è ancora carne al fuoco, nel senso letterale della parola.
Allacciate le cinture, nella seconda parte dell' articolo infatti scopriremo che le proteine della selvaggina , al contrario di quello che pensano TUTTI, hanno allungato le nostra vita media....
Claudio Tozzi
E le cose stanno peggiorando ancora; un vasto studio del 2012 sulla salute mondiale pubblicata dalla rivista medica britannica Lancet (che ha analizzato i dati raccolti in 187 paesi) ha rivelato che in confronto al 1970 viviamo in media 10 anni in più, ma assolutamente non in buona salute, anzi, dobbiamo affrontare sempre più patologie come il cancro, malattie cardiovascolari o il diabete. In 40 anni, dal 1970 al 2010, l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata di 11,1 anni per gli uomini e di 12,1 anni per le donne in tutto il globo, ma:
- Il numero dei casi di tumore è aumentato del 38% tra il 1990 e il 2010, passando da 5,8 milioni a 8 milioni
- Sono raddoppiati i casi legati al diabete (legato al 100% all’ alimentazione): da 665 mila a 1,28 milioni
- Sono saliti da 13,4 a 18 milioni i casi di morte riconducibili a fattori di rischio metabolico, ma il killer numero uno è l’insieme delle malattie cardiache che, con l’ictus, ha ucciso quasi 13 milioni di persone nel 2010
- Il Parkinson ha raddoppiato la mortalità, mentre l’ Alzheimer è triplicato.
- In alcuni paesi, la cirrosi epatica è quarta causa di morte; è dovuta essenzialmente all’ abuso di alcool che nel paleolitico non esisteva.
- Nel 2010 gli incidenti stradali hanno ucciso nel mondo 76 milioni di persone, prima causa di morte tra i giovani. Circa la metà è dovuta all’ abuso di alcool, ma nel paleolitico non esistevano ne l’ alcool, ne le auto.
- La mortalità infantile (sotto i cinque anni) è rallentata più del previsto: da 12 a 8 milioni di casi, allungando cosi la vita media complessiva.
Riassumendo, nel Paleolitico vivevano tranquillamente fino ai 60-70 anni (senza mortalità infantile), cioè in pratica come adesso nel mondo occidentale, però senza avere praticamente patologie e non prendendo 7-8 pillole al giorno come i nostri genitori o nonni; una per il colesterolo, una per la pressione, una per il diabete, ecc.
No, non prendevano nulla perché semplicemente non si ammalavano assolutamente di nessuna problematica, semplicemente la loro dieta era perfetta per il loro DNA, con il pH perfettamente equilibrato, senza scompenso alcuno.
Poi qualcuno ha fatto il calcolo della loro vita media, includendo la mortalità infantile, a quel tempo altissima, dimenticando anche il passaggio all’ agricoltura fu un assoluto disastro: morte prematura, 20 cm in meno di altezza media, parto ancora più doloroso/mortale, morti ammazzati come mosche per la nascita della proprietà privata del terreno coltivato e avvento delle malattie per contagio per sovraffollamento, sconosciuto nel paleolitico.
Ebbene dopo tutto questo delirio, il 90% dei medici e nutrizionisti ci consiglia di mangiare la pasta “perché dà energia”, il latte “perché fa bene alle ossa”, “Un bicchiere di vino fa bene al cuore” e altre sciocchezze assurde, mentre moriamo sempre di più per cancro, diabete e ictus/infarti proprio dovuti a questi cibi-killer introdotti dall’ agricoltura.
Insomma, “con la paleo diet morivano a 30 anni” è la leggenda urbana più falsa che esista e si è diffusa anche nei peggior bar di Caracas, nelle aule delle università di medicina del globo e così via, quasi Porta a Porta…
Ma non è finita qui; per i professionisti dell' ottusità e dell' ignoranza con la O e la I maiuscole, c'è ancora carne al fuoco, nel senso letterale della parola.
Allacciate le cinture, nella seconda parte dell' articolo infatti scopriremo che le proteine della selvaggina , al contrario di quello che pensano TUTTI, hanno allungato le nostra vita media....
Claudio Tozzi
Le informazioni contenute in questo articolo hanno fini puramente divulgativi e non intendono in alcun modo sostituire il parere dei professionisti del settore sanitario. Consultate il vostro medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio o integrazione nutrizionale.
Tutti i diritti sono riservati.
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